lunedì 3 febbraio 2014

Gli schiaffi di Bergamo e il prezzo di un progetto

Era nell’aria, i calciatori sono stanchi, alcuni, in barba al turn-over, non rifiatano da ottobre, il calciomercato ha lasciato diverse scorie, tra delusione dei tifosi per i colpi mancati e l’addio di due elementi sicuramente non brillanti dal punto di vista delle prestazioni, ma importanti per l’ambiente e lo spogliatoio come Pablo Armero e capitan Cannavaro. Poi vinci una partita in coppa Italia contro la Lazio (che non perde da quando è arrivato Reja) e i tifosi ti contestano Insigne e Inler… La stampa napoletana e nazionale si diverte a punzecchiare Benitez, scarso carattere, troppo ortodosso nelle scelte tattiche, squadra senza equilibrio, troppo turn-over ecc. La società è nel mirino: spende poco, ma troppo per il valore dei giocatori che compra, il presidente non mantiene le promesse, diceva che avrebbe speso 50 milioni a gennaio!!

 Ora dico: se il Real Madrid a metà stagione è terzo e fuori dalla Champions, con un fatturato di 600 milioni di Euro l’anno, con Cristiano Ronaldo, Bale e gli altri fenomeni che si ritrova, allora un po’ di malumore nell'ambiente ci può stare…ma ricordiamoci che stiamo parlando del Napoli, squadra costruita con bravura e fortuna negli anni, che ogni estate è costretta a vendere pezzi pregiati per fare cassa e reinvestire, che ha uno stadio fatiscente e incassa dal botteghino quanto una provinciale inglese di terza categoria, che nella sua storia ha vinto solo per una congiunzione astrale irripetibile e che da soli 4-5 anni respira di nuovo l’aria delle grandi manifestazioni.

 Se perdi a Bergamo (anche l’anno scorso abbiamo perso in quello stadio) con un errore di Dzemaili che regala palla a Dennis e il portierone Reina si rivela saponetta, se Inler dopo le prove generali del primo tempo, svirgola un pallone da principiante e lo regala ancora al Tanque e se Fernandez ha problemi psicomotori conclamati, viste le innumerevoli scivolate di cui si è reso protagonista: ma che c’entra la tattica, il turnover e tutte quelle fregnacce? I giocatori del Napoli o sono delle pippe (e non mi sembra a giudicare dai risultati sin qui ottenuti e dalle valutazioni di mercato) o NON sono tranquilli…e qui Corbo, Malfitano e tutti gli altri fomentatori di critiche spietate dovrebbero farsi una rilettura di quanto scritto negli ultimi mesi.

La posta in palio quest’anno è determinante: se il Napoli non va in Champions perde lo status di grande del calcio italiano e ripiomba nel limbo delle squadre di medio calibro di uno dei campionati meno ambiti dai calciatori. Il fatturato calerà, i calciatori importanti vorranno andare via, quelli già affermati non vorranno venire, un assaggio è stata questa sessione di calciomercato… Nel dubbio che facciamo? Spariamo sulla croce rossa? Ci ricordiamo che Benitez ha rinunciato a Zuniga per 5 mesi, ad Hamsik per 2, a Behrami per 2 e che ha comunque chiuso il girone d’andata con il record di punti storico per il la SSC? Io da tifoso sinceramente non voglio ritornare all’epoca Mazzarri, quando se si perdeva era colpa dell’arbitro, quando se mancava un giocatore era una tragedia greca, quando a Napoli le campagne acquisti erano di un grigiore assoluto. Sinceramente quest’anno ho visto delle belle novità e i giocatori arrivati sono dei fenomeni. Lasciamo crescere questo progetto e abbiamo la forza di aspettare, sappiamo farlo meglio di tutti.

martedì 21 gennaio 2014

Il calciomercato dei flop e il Napoli "Isola dei Famosi"

Manca ancora qualche settimana alla fine di questa noiosissima finestra invernale del calciomercato. Da mesi se ne parla. Al Napoli sono stati accostati giocatori come Mascherano, Naingolan, Gonalons, Skrtel, Bastos, Ralf e moltissimi altri ancora. Giá a dicembre mi ero lamentato del fatto che i giornalisti parlassero troppo di calciomercato anche prima del tempo, ora il tema si é fatto stucchevole. Ogni giorno un nome nuovo, si apre l'articolo e si legge tra le righe che la trattativa per qualche motivo non puó essere portata in porto: il giocatore guadagna troppo, l'offerta é troppo bassa, l'allenatore non se ne vuole privare, il giocatore non é disposto a spostarsi in Italia o tanto peggio a Napoli.

I casi Naingolan - Bastos, che praticamente erano stati presi dal Napoli e poi sono andati alla Roma mi hanno lasciato un po' perplesso. Quest'estate si doveva scegliere un vice Higuain, nel momento in cui il Napoli abbozza un'offerta per Matri, il giocatore di Lodi decide di andare al Milan, per poi virare come un fulmine a Firenze a gennaio. I giocatori monitorati da Bigon e su cui il Napoli vanta un certo vantaggio, non piacciono a Benitez, che invece cerca di convincere le stelline della Premier League ad attraversare la Manica per scendere all'ombra del Vesuvio. Spesso peró le idee di Benitez si rivelano irrealizzabili, perché i giocatori sono troppo cari o preziosi per i loro allenatori. Quando poi si ha l'accordo con la societá, il giocatore é contento di trasferirsi a Napoli e lo stipendio che richiede é congruo (vedi Jorginho), ci si mettono i contratti di 50-60 pagine, che richiedono giorni e giorni di lettura. In questi momenti chiama sempre Sabatini della Roma, Galliani o Marotta, la trattativa si arena e non é escluso che il calciatore prenda altre direzioni.

In definitiva: il Napoli resta una squadra molto scarsa in difesa, piú scarsa di molte squadre di medio e basso calibro. Domenica abbiamo fatto sorridere Rolando (Ronaldo) Bianchi, che giá stava pensando di appendere le scarpette al chiodo, andando a ritroso i momenti di gioia sono arrivati per altri calciatori che rischiavano di cadere nel dimenticatoio. Napoli come l'Isola dei Famosi: una vetrina per ex calciatori che amano la grande ribalta e si tolgono uno sfizio, che li puó rilanciare in carriera. Comincio a temere che sia un format di De Laurentiis su cui l'astuto presidente prende delle royalties.

Consoliamoci dunque con l'acquisto, sebbene in comproprietá di Jorginho, uno dei talenti più cristallini del nostro campionato. La domanda che si stanno ponendo tutti dopo Bologna-Napoli é: ma che ha fatto di male Cannavaro per non meritarsi un posto in una difesa cosí scarsa? Aspettiamo la biografia di Paolo, ci illumenerá.

venerdì 10 gennaio 2014

Behrami telenovela di un Napoli ancora provinciale

Questa mattina Valon Behrami ha sciolto le riserve e ha dichiarato di volersi far operare, per il problema all'alluce che gli sta dando fastidio da un mese a questa parte. L'intervento gli causerá uno stop forzato di "almeno" sei settimane. La Federazioni Svizzera, un po' svelando le reali intenzioni del forte centrocampista, ha voluto comunicare che Valon Behrami si fará operare per farsi trovare pronto ai mondiali in Brasile. La SSC Napoli, che fino a questo momento ha taciuto, ha pubblicato un breve comunicato:

"La SSC Napoli, in accordo con Valon Behrami, comunica che il calciatore effettuerà nei prossimi giorni un ulteriore consulto con uno specialista di fama internazionale per stabilire se l’operazione al piede sarà necessaria o meno".

Riassumendo questa piccola telenovela invernale: Behrami, contravvenendo al parere dei medici sociali del Napoli, ha deciso di sottoporsi ad un intervento, ritenuto "sperimentale" dai medici dello studio del dott. De Nicola, per risolvere un problema che, stando sempre al parere dei medici sociali, sarebbe risolvibile in 30 giorni di terapie conservative.

In sostanza Behrami non si fida dei medici del Napoli, preferisce stare fuori 2 mesi o più, rispetto ai 30 giorni previsti dai medici della societá di cui é tesserato e il Napoli cerca un'ulteriore mediazione dicendo che il giocatore si sottoporrá  al "consulto con uno specialista di fama internazionale per stabilire se l’operazione al piede sarà necessaria o meno".

Tutto questo accade mentre il giá incerottato reparto vede sfumare due possibilitá di rinforzo in soli 2 giorni (Naingolann e Gonalons) e vede un altro dei suoi elementi, Gokhan Inler, seriamente indiziato per andare a giocare in Bundesliga.

A mio modesto avviso il comportamento di Behrami, fino a questo momento uno dei miei giocatori preferiti, andrebbe punito in modo esemplare, con una multa e una messa fuori rosa fino al prossimo mondiale, per poi venderlo ad un prezzo congruo. Il Napoli ora deve correre ai ripari, il centrocampo non puó fare affidamento su soli 3 effettivi. Behrami é il miglior difensore in rosa e senza di lui, la fase difensiva subirá un colpo fortissimo. Questa ulteriore defezione, che si aggiunge a quella ormai storica di Zuniga (ai limiti della presa per i fondelli), di Mesto e Hamsik (pura sfortuna), crea una voragine in quella fase di gioco passiva, che giá con tutti gli effettivi ad inizio stagione era deficitaria rispetto alle ambizioni della club.

A me preme molto non perdere a Verona e mi chiedo, se la societá viene messa all'ultimo posto nelle preferenze di un mediocre centrocampista, se viene sbeffeggiata da un istrionico presedente francese, se non viene considerata idonea a curare un proprio calciatore, se da mesi subisce gol che nemmeno l'ultima delle provinciali si immagina di poter subire, con soli 3 centrocampisti e 3 difensori di ruolo in rosa, perché dovrebbe andare a Verona con la spocchia della grande squadra? Fari spenti, modestia e tanto spirito di sacrificio altrimenti il pandoro avrà ancora una volta un sapore amaro.


venerdì 27 dicembre 2013

L'anno del Napoli

Mancano ancora 4 giorni alla chiusura dell'anno solare 2013, ma l'anno sportivo si puó giá dichiarare chiuso. Siamo partiti con un sonante 4-1 alla Roma e abbiamo chiuso con un mesto 1-1 a Cagliari un anno calcistico tra i migliori della storia del calcio Napoli.

Due numeri su tutti? Il Napoli é secondo nella classifica dei punti fatti a -11 dalla Juve, ma é primo per quanto riguarda le reti realizzate. Volendo fare un'equazione gol fatti = spettacolo, il Napoli é stata la squadra piú spettacolare dell'anno e questo ci fa giá onore.



Nonostante i 3 punti in più rispetto all'anno scorso, i 12 punti in Champions e l'ottimo impatto di Benitez, Higuin, Callejon, Mertens, Albiol con la maglia azzurra, c'é chi si lamenta.

Anch'io dopo la prestazione di Cagliari ero deluso, perché era chiaro che il Napoli potesse fare un solo boccone degli avversari se solo l'avesse voluto. Diciamo la veritá:  l'impegno dei calciatori in quella partita non é stato il massimo. Detto questo peró non si puó essere delusi perché i punti di distacco dalla Juventus sono giá 10 a gennaio. La Juventus era partita quest'anno per arrivare in fondo alla Champions, obiettivo fallito miseramente. Loro avrebbero qualche motivo per essere delusi, noi no.

Chi pensava che il Napoli quest'anno potesse vincere lo scudetto, non capisce niente di calcio e nemmeno di economia. Quello che il presidente ha spesso cercato di far capire, pur non potendolo dire per non stemperare l'entusiasmo, é che uno scudetto si vince con i soldi, e i bilanci dicono che nonostante il Napoli sia una societá in salute, é ancora quarta per fatturato in Italia e solo sesta per monteingaggi. La Roma per capirci ha un fatturato di poco inferiore al Napoli, ma un monteingaggi superiore. É una sorpresa che la Roma abbia 5 punti piú del Napoli? Visto il pessimo rendimento nel recente passato si, visto il valore in campo no, assolutamente. Le sorprese e i fallimenti sono quelli della Lazio e del Milan. Il miracolo é quello del Verona. Il Napoli dalla sua sta portando avanti un progetto imprenditoriale e sportivo di altissimo profilo, senza eguali in Italia. Se nel 2010 qualcuno mi avesse detto: il Napoli vincerá dominando contro Borussia Dortmund e Arsenal, vincerá con l'Inter 4-2, vincerá a Milano contro il Milan, fará 4 gol a Roma contro la Lazio e vincerá a Firenze avrei pensato che fosse solo fantasia.

Gli scontenti ci sono sempre e i motivi per non essere appagati ci sono. La squadra ha una difesa cosí scarsa, che ci brillano gli occhi a vedere quella del Cagliari! Le guardie svizzere a centrocampo non reggono il confronto con l'attacco e non mettono paura nemmeno alle armate Brancaleone che si presentano al San Paolo, ruderi della vecchia e gloriosa serie A. Piú che Guglielmo Tell, mi ricordano quelle sgangherate del Marchese del Grillo, quando Cassano al piccolo trotto fa 40 metri di campo ed entra in area senza essere contrastato, infilando con la facilitá di una partitella estiva con gli zii sul lungomare di Bari.

Non essere appagati é positivo, essere scontenti in queste circostanze é assurdo. Ricordiamo che nemmeno Maradona riuscí a vincere senza giocatori intorno come Giordano, Bagni, Ferrara, Carnevale ecc. Che Ferlaino si svenó per fare quella squadra fortissima in grado di competere con la Juve e col Milan, ponendo le basi per il futuro decennio di umiliazioni e sconfitte fino ad arrivare al fallimento. Il Napoli che cresce lentamente di anno in anno, pone le basi per un futuro luminoso.

Buon 2014 e forza Napoli

venerdì 20 dicembre 2013

Prima di Cagliari

Le trasferte di Cagliari sono sempre insiediose e intrise di un astio difficile da spiegare. I cagliaritani aspettano la sfida col Napoli come una sorta di derby in cui sfogare un'atavica antipatia verso Napoli e napoletani, motivando la squadra a dare sempre qualcosa in piú rispetto al normale.

Da napoletano non mi spiego questa rivalitá. Quella dei napoletani con juventini, bergamaschi e veronesi é ben comprensibile e trova piú di un riscontro nella vita reale e nella storia delle rispettive città, quella coi cagliaritani no.
So quanto i napoletani amino la Sardegna e ne apprezzino le bellezze, mentre i sardi vedono Napoli con la diffidenza e la curiosità che li contraddistingue come popolo, senza nutrire pregiudizi particolari verso la città del golfo, se non verso tutto quello che non é sardo.
Per cui si puó parlare di rivalitá sportiva e basta, forse nata come spesso succede, in modo futile, durante uno spareggio con il Piacenza nel 1997, in cui i napoletani si schierarono a favore del Piacenza e contro la squadra rosso-blu. Fatico a pensarlo, ma sará stato davvero questo il motivo.
Fatto sta che quando si va a Cagliari non é mai una partita banale. Alcune sono state vere e proprie battaglie fino all'ultimo minuto di recupero: nel 2007 il Napoli in vantaggio per 1-0 fino al 91' subisce due gol nel recupero e perde in modo clamoroso; la piú bella fu quella del 2009: 2-0 per il Napoli fino al 71', il Cagliari fa tre gol in 10' e ribalta il risultato, Lavezzi scaglia il pallone con veemenza contro Allegri (allora tecnico del Cagliari) e viene espulso, mentre prende la via degli spogliatoi il Napoli in un disperato assalto finale pareggia con un tuffo da vita o morte di Bogliacino. Lavezzi all'imbocco del tunnel urla di gioia e i napoletani si abbracciano come se avessero vinto uno scudetto. Sono le sfide che ti fanno innamorare del calcio!

 

 L'anno scorso il Napoli senza Cavani inaugura lo sciagurato stadio di Quartu. Il Cagliari si batte come un leone, ma il Napoli prevale di astuzia e fortuna...

La gente che ama il calcio vorrebbe sentir raccontare queste storie dai giornalisti e non doversi sorbire fiumi di inchiostro sprecato su un calciomercato di gennaio, che nemmeno é ancora cominciato.

Il Napoli é forte com'é e diverte come non mai. É chiaro che manca un uomo d'ordine e di personalitá a centrocampo e che occorrono degli esterni di ruolo e non due "adattati" come Maggio e Armero. Ma a gennaio, se non arriva Mascherano, faremo solo un altro buco nell'acqua. Piuttosto mi tengo la squadra che fino ad ora ha totalizzato 35 punti, ha segnato 35 gol, ha vinto contro Borussia Dortmund, Arsenal, Fiorentina, Milan e Lazio e che ha battuto un record della Champions, seppur amaro. Il Napoli di Mazzari di due anni fa, con una squadra collaudata e con Cavani in gran spolvero, aveva totalizzato appena 24 punti a fine dicembre!!!

L'unica curiositá che ho per il mercato di gennaio é di sapere dove andrá il Cannavaro. Dopo sette anni il Napoli va in battaglia nell'arena sarda senza il suo capitano naturale, perché "non convocato". Ci mancherá!

venerdì 29 novembre 2013

Mesto é il volto della crisi del Napoli di novembre

Da troppo tempo non scrivo e in questo periodo di assenza é successo di tutto: il miracolo Benitez che in 11 partite aveva totalizzato 28 punti, record assoluto della storia del Napoli, si é schiantato in un triste trittico di sconfitte, contro l'odiata Juve, la bestia nera Parma e il Borussia Dortmund in una sfida che valeva una stagione o quasi.

Fatto sta che il Napoli ora é a un passo dall'estromissione dalla Champions pur avendo totalizzato ben 9 punti e giá lontano 6 punti dalla vetta, purtroppo tornata bianconera, dopo l'interregno romanista.

La crisi é manifesta e preoccupante soprattutto se si guarda alle opportunitá concesse agli avversari: tante, troppe per una squadra di vertice, ma anche per una che lotterebbe per non retrocedere. Ora il mago Benitez si é trasformato in un professorotto arrogante e presuntuoso che non sa gestire gli uomini a disposizione.

Se c'é qualcuno che si potrebbe lamentare a mio avviso é proprio il tecnico spagnolo, al quale é stato detto in estate: la difesa é a posto, il centrocampo sta bene cosí com'é (http://napoli-e-calcio.blogspot.de/2013/08/la-strategia.html). Questo modesto blog giá in estate aveva denunciato la dissennata campagna acquisti, che aveva rinforzato solo l'attacco, pur senza offrire una valida alternativa a Higuain (il caso Duvan Zapata) e aveva colpevolmente dimenticato il reparto chiave del campionato italiano, con il solo innesto di Albiol.

Ma cosa sta succedendo: sta succedendo che il miglior acquisto della stagione fino al 2 novembre era stato sorprendentemente non Higuin o Callejon, ma Giandomenico Mesto.
A volte il calcio é materia tanto semplice quanto banale: la fortuna o la sfortuna giocano un ruolo molto piú importante di quanto si pensi. A settembre Maggio si fa operare per un fastidio al ginocchio e l'ex genoano lo sostituisce egregiamente, senza farlo rimpiangere nemmeno una volta. Ricordate gli errori di Maggio a Verona contro il Chievo? E quelli di Britos? Fino a ottobre, non si vedono più errori e la difesa regge perfettamente subendo solo un gol dal Sassuolo, dove tra l'altro la difesa era retta dall'accoppiata Cannavaro-Fernandez. Fino a Roma il Napoli viaggia a ritmi trionfali, senza subire reti. A Roma stessa, il Napoli subisce due reti su due calci piazzati entrambi causati da Paolo Cannavaro. Big match perso, il capitano viene espulso e veste la maglia del Napoli per l'ultima volta, Britos si fa male alla spalla e deve restare fuori un mese. Altra tegola su un reparto giá debole in partenza. Nel frattempo ce n'era stata un'altra: Camilo Zuniga dopo la scialba figura di Londra, nonostante la firma del contratto milionario che lo lega al Napoli per i prossimi 3 anni, si fa operare al ginocchio e i tempi di recupero sono lunghi....

Nonostante l'operazione di Maggio prima e quella di Zuniga poi, l'infortunio di Britos il Napoli regge e si riprende alla grande: vince a Marsiglia, a Firenze, in casa col Torino e col Catania. Ma proprio qui cade l'ultima tegola, quella fatale: al settimo minuto Mesto si accascia a terra e accusa un dolore fortissimo al ginocchio, si teme subito il peggio e gli esami confermeranno la rottura del crociato, che lo terrá fuori per 5-6 mesi. La frittata é fatta, Benitez in quella partita utilizzerá l'esordiente Uvini sulla fascia sinistra, ma il gol di Lucas Castro é il preludio di quello che dopo diventerá evidente. La nave imbarca acqua, Mesto era stato lo strenuo tutore di un reparto costruito senza criterio.

L'episodio chiave: infortunio di Mesto in Napoli Catania (2 novembre)
Foto: calcionapoli24.it



La vittoria di Champions contro il Marsiglia evidenzia giá quelli che saranno, loro malgrado i protagonisti negativi della crisi successiva: Maggio e Armero stanno alla difesa come Tyson alla danza artistica. Il Napoli in avanti costruisce ed é pericoloso, ma diventa evidente che gli esterni non tornano, che Hamsik non dá il dovuto sostegno al centrocampo e che in fase di non possesso e di interdizione il solo Behrami non puó bastare. A Torino il vascello azzurro imbarca la prima figuraccia, poi arriva la corsa solitaria di Cassano verso la sua prima rete a Napoli a far suonare l'allarme rosso, che a Dortmund si traduce in una sonora e spettaclare sconfitta, dove il grande Reina si é immortalato miglior portiere al mondo, pur prendendone tre.

Sento dire che Benitez dovrebbe rinunciare a qualche punta per rinforzare il centrocampo: in pratica rinunciare a uno tra Insigne, Mertens, Pandev o Callejon per inserire un centrocampista in più, a dare man forte agli stremati Behrami e Inler. Quindi rinunciare ad essere propositivi, sperando nel miracolo di Higuin o Hamsik, per schierare le guardie svizzere a centrocampo a difendere il papato di Reina. In questo modo si eviterebbero le amnesie di Armero e Maggio, che continuano a sbagliare le diagonali e offirire passaggi agli attaccanti avversari? e le amnesie di Britos e Fernandez? magari ci sorbiamo solo le sfuriate avversarie, senza avere la possibilitá di controbattere...

Allora a chi critica il brutto momento del Napoli imputandolo al gioco farfallone di Benitez e allo scarso carattere, ricordo una serie negativa occorsa un anno esatto fa: con Cavani in attacco, Hamsik nel ruolo preferito e Mazzarri saldamente al timone:

Inter-Napoli 2-1 (era l'Inter di Stramaccioni, non l'Arsenal)
Napoli-PSV Eindhoven 1-3 (non il Borussia Dortmund)
Napoli-Bologna 2-3  (campionato)
Napoli-Bologna 1-2 (coppa Italia)

Di cosa parliamo?


martedì 15 ottobre 2013

Italia-Armenia tra fischi all'inno e il silenzio per la Terra dei Fuochi

La nazionale italiana di calcio arriva a Napoli per affrontare questa sera l'Armenia. Non ci veniva da 7 anni e diciamo che la FIGC non ha scelto proprio la partita di cartello per portare la selezione azzurra al San Paolo. Italia-Armenia vale poco dal punto di vista dello spettacolo e del fascino sportivo e niente dal punto di vista del risultato, visto che gli azzurri sono giá qualificati da un mese al mondiale in Brasile 2014.
I motivi di interesse di questo incontro vanno ricercati altrove dunque. Napoli ritrova l'Italia, dopo tanti anni di assenza sia sportiva che istituzionale.

Napoli nel 2013 é una metropoli al collasso, divorato da un debito enorme e soprattutto dal dominio incontrastato della criminalitá organizzata. Nell'ultimo mese é ritornato alla ribalta il tema dello sversamento abusivo di rifiuti, che ha fruttato alla Camorra dei Casalesi diversi miliardi di Euro, fatto risparmiare centinaia di migliaia di Euro alle imprese altamente inquinanti dell'Italia settentrionale e del Nord Europa e provocato un innalzamento drammatico del tasso di malati da cancro in un area ben specifica della regione.

Non sono stati i giornali, non il parlamento, nè tantomeno i governi che si sono succeduti a portare alla ribalta questo drammatico stato di cose, ma un mite prete di Caivano, a cui lego anche alcuni ricordi della mia breve parentesi religiosa nella parrocchia del mio paese di origine. Don Maurizio Patriciello si é auto nominato parroco della "Terra dei Fuochi",un'ampia fascia di territorio campano un tempo noto come Campania Felix o Terra di Lavoro, letteralmente imbottito di veleni dalla Camorra. Stasera una parte del pubblico del San Paolo porterá la propria presenza per sollevare la questione a livello mediatico. L'iniziativa "San Paolo in lutto", cercherá di sensibilizzare l'opinione pubblica facendo indossare agli spettatori maglie nere e restando in silenzio mentre entrano le squadre in campo: https://www.facebook.com/events/204850306352486/?fref=ts

Come si sia potuti passare dalla definizione di Felix a quella davvero triste di Terra dei Fuochi, e non per via del vulcano, ma a causa delle esalazioni nocive che provengono dalla combustione abusiva e continuata di materiali tossici, é una storia lunga qualche centinaio di anni e merita altro spazio rispetto a questo modesto blog. 

Il fatto é che l'Italia di calcio arriva a Napoli in uno dei momenti in cui il disamore verso una nazione matrigna ha raggiunto uno dei suoi picchi massimi. Non é improbabile che invece del silenzio, molti napoletani sceglieranno di fischiare l'inno, come giá successo a Roma l'anno scorso, durante la finale di coppa Italia. I dissapori di un processo unitario sbagliato nei presupposti giá nel 1861  e continuato peggio, perché la politica e le lobby del paese hanno preferito usare il Sud come benzina per lo sviluppo del Nord e hanno usato dolosamente le mafie per tenere la parte meridionale del paese sotto controllo, tollerando delitti, abusivisimi di ogni genere e lavoro nero su vasta scala.  

Oggi Napoli almeno é consapevole di non essere stata sempre quella che é oggi, una metropoli allo sbando. I napoletani hanno ri-scoperto di avere un passato ben più onorevole e un futuro forse più roseo, se solo riusciranno a riscattarsi dal giogo di una mentalitá nazionale malsana, che ha solidificato un vero e proprio complesso di inferioritá in tutti i meridionali. Il riscatto é lungo e non avverrà certo stasera in un San Paolo semi-deserto, che non ha tanta voglia di vedere la nazionale, dove pure, per una casualitá storica, gioca un calciatore napoletano del Napoli, Insigne. Fischiare l'inno servirá solo ai media nazionali e alle istituzioni per poter calare la mannaia sulla cittá simbolo di indisciplina e di inciviltá. Spero che il nostro masochismo non arriverá a questo, la via del riscatto non parte dall'inno nazionale o dai colori del tricolore ma dalla nostra determinazione e dalla voglia di liberarci definitivamente di tutta la monnezza ingoiata in 150 anni.